Zhang Huan utilizza la cenere di incenso nella realizzazione
dei propri lavori, nello specifico scultura e pittura. Perchè lo fa?
L'artista è legato a questo elemento da quando era bambino.
La bruciatura dell'incenso è infatti una pratica radicata nella cultura cinese
sin dai tempi della dinastia dei Zhou Orientali (770-256 a.C.). Dopo il periodo
americano, che dura fino al 2005, Zhang torna a Shanghai e visita alcuni
templi. Rimane particolarmente colpito nel Tempio di Longhua dalla valenza
spirituale che ha l'incenso per i fedeli.
L'incenso, una volta bruciato, si trasforma in cenere.
Questa viene poi accumulata negli incensieri e eliminata come comune rifiuto.
L'eliminazione di tale elemento è vista dall'artista come la cancellazione
delle speranze e dei desideri espressi da chi ha acceso il bastoncino di
incenso. Per questo, Zhang Huan decide di recuperare l'elemento per dare forma
alle proprie opere d'arte, inserendolo in un ottica di riciclo che esprime la
memoria di un popolo, quello cinese. La cenere non è pertanto un semplice
elemento, ma la REINCARNAZIONE di sogni, ferite, dolori, emozioni degli uomini.
Sebbene l'utilizzo della cenere ha inizio nel 2005,
ritroviamo un primissimo utilizzo dell'incenso anche in una performance del
2001: Pilgrimage to Santiago. In
occasione della visita a Santiago di Compostela, nella quale era stato invitato
dal Museo Das Peregrinacions per
realizzare una performance, l’artista rimane particolarmente colpito dagli
incensieri che vengono fatti oscillare
all’interno della cattedrale. Il risultato sarà la performance Pilgrimage to
Santiago, nella quale Zhang Huan viene chiuso in una grande gabbia di forma
sferica e fatto oscillare su tutto il perimetro della piazza di fronte alla
cattedrale. L’artista è nudo con le mani attaccate alla parte superiore della
sfera e poggia i piedi su uno strato di ossa. La sfera viene fatta oscillare,
come un incensiere, diffondendo i fumi dell’incenso.
La performance vuole essere una critica alla nuova società,
ormai troppo impegnata con i ritmi frenetici della vita per dedicare il proprio
tempo alla spiritualità. Per questo Zhang Huan sceglie di liberarsi da tutti i
peccati che questa società ci induce a compiere attraverso l’azione
purificatrice dell’incenso.
Nella SCULTURA invece, l'anno di massima creatività è il
2007. Mi limiterò soltanto ad alcune opere che, a mio modesto parere, sono
particolarmente significative.
In Ash Head No.1 (cenere di incenso, acciaio e legno, 228 x
244 x 227 cm, 2007),
la cenere compone un volto umano che ricorda un’antica
scultura in pietra. I dettagli del volto
e dei capelli sono resi mediante l’aggiunta dei bastoncini di incenso. Ad una
prima osservazione si può notare che i diversi strati di cenere che compongono
l’opera producono delle escoriazioni che conferiscono alla composizione un
aspetto antico e nello stesso tempo perfettamente conservato. La stessa cenere
che conferisce antichità e potenza alla struttura è però lo stesso elemento che
rende la scultura fragile, data la delicatezza del materiale. Ciò che un
momento prima sembrava immortale in quanto roccia, si trasforma in elemento
temporaneo e mortale in quanto polvere. Questo contrasto tra immutabilità e
mutabilità, permanenza e temporaneità ci fa riflettere sul valore della vita,
della storia e dell’essere umano. Tutto è soggetto alla mutazione, nulla è
permanente ed immutabile. Il rimando, forte e ricco di drammaticità è rivolto
al periodo della Rivoluzione Culturale e più in generale all’effetto della
politica Maoista sulla società cinese. Molti degli aspetti della cultura
millenaria cinese, sopravvissuti per secoli nella loro compostezza e
raffinatezza sono stati infatti appiattiti e sostituiti da altri elementi in
nome di una logica di progresso, etichettati come “vecchiumi”. Alla cultura
cinese pertanto non è bastata un’antichissima tradizione ai fini della
conservazione, così come non è sufficiente l’apparente forza della scultura di
Zhang Huan per essere realmente immutabile. La scultura è stata realizzata su
un calco del cranio di Zhang Huan. Con tale azione l’artista vuole rivendicare
la fragilità del proprio ego in quanto essere umano, e allo stesso tempo la mutabilità
e permanenza dell'Arte.
Nella serie Ash Head, l'artista sceglie come soggetti
principali teste d'uomo e teschi. Ci presenta pertanto due volti
dell'esperienza umana: la vita e la morte, entrambe necessarie al ciclo della
vita. Lo scopo di tali opere è dunque quello di sottoineare la fragilità
dell'essere, soggetto per definizione al ciclo della vita. Dopo la morte
infatti, secondo la filosofia Buddhista, avviene la reincarnazione. Zhang Huan
spiega questo ciclo attraverso l'uso e riciclo della cenere stessa: l'incenso
infatti, brucia lentamente come la vita, per poi divenire cenere ed essere
lasciato negli incensieri, così come l'uomo viene seppellito. L 'artista
sceglie però di recuperare l'elemento per dare vita a nuove forme, come, dopo
la morte, il corpo umano prende forma in altre esperienze vitali.
Una delle opere più famose dell'artista è senza dubbio
BERLIN BUDDHA, inaugurato nel 2007 al Haunch of Venison di Berlino. La scultura
è composta di due Buddha, uno in cenere (cenere di incenso e legno, 350 x 480 x
290 cm) e uno in alluminio (Buddha, lamina di acciaio, 370 x 290 x 260 cm). La
scultura in cenere è stata realizzata sul calco di quella in alluminio, poi
rimossa e montata frontalmente a questa. Le due sculture non sono opposte solo geograficamente,
ma anche concettualmente: il Buddha in alluminio è resisteste ( perchè in
acciaio) ma vuoto, quello in cenere è invece pieno ma fragile. Rispecchiano
perfettamente la condizione dell'uomo: quello in alluminio è l'uomo privo di
spiritualità che, è completo solo con il Buddha di cenere, simbolo appunto di
sacralità e spiritualità. Buddha è l'Uomo e l'Uomo è Buddha.
Il Buddha di Berlino si sgretola nel corso della mostra,
ribadendo ancora una volta la mutevolezza e l'impermanenza dell'essere in tutte
le sue forme. I visitatori che si trovano di fronte al Buddha in momenti
diversi, vedranno due opere diverse perchè la realtà, nel frattempo, è
cambiata. Un altro richiamo è nuovamente rivolto alla Storia di questa nazione,
la Cina, che vive un periodo di morbosa ricerca di progresso e tecnologia
contrariamente al popolo cinese che invece ha il bisogno di tornare indietro e
recuperare i propri sogni, rimarginare le proprie ferite per affrontare un
futuro più consapevole. L'opera è quindi un omaggio alla nazione,
apparentemente di ferro ma in realtà fragile come la cenere.
La scultura è considerata anche performance in quanto
l'artista interviene personalmente alla rottura delle assi che sorreggono la
testa del Buddha in cenere, è lui stesso che dà il via al
cambiamento/distruzione dell'opera d'arte. L'opera è, a mio avviso, uno
squisito incontro tra Arte e pensiero Buddhista.
Anche per quanto riguarda la pittura, porto soltanto alcuni
esempi, estremamente riduttivi rispetto alla grande produttività dell'artista
in questo settore.
Come possiamo chiamare dipinti delle opere che non
utilizzano colori acrilici/ad olio? Anche in questo caso Zhang Huan è riuscito
a stupirmi. L'artista accumula grandi quantità di cenere ancora fumante nello
studio di Shanghai. Una volta raffreddata, la cenere viene poi suddivisa in più
di 20 scale di colore e consistenza, in realtà quindi Zhang si serve di una
tavolozza. La cenere viene spruzzata sulle tele e poi fissata con specifici
collanti. A volte utilizza anche la salsa di soia.
Uno dei dipinti più significativi per me è Great Leap
Forward-Canal Building (cenere di incenso su tela di lino, 286 x 1080 cm,
2007). L'opera fa parte di un insieme di dipinti che portano lo stesso tema (
come in Seeds). In questi quadri vediamo la raffigurazione di scene collettive:
nel caso di Great Leap Forward-Canal Building vediamo un gruppo di persone
impegnato nella costruzione di un canale. Lo stile di cui si serve Zhang in
questo caso è quello del realismo socialista che prevede la raffigurazione di
immagini realistiche, collettive e che rispecchino l'ideale socialista. Lo
scopo di queste opere è omaggiare la laboriosità di un popolo, quello cinese,
che collabora per ricostruire il proprio passato, in un certo senso demolito e
danneggiato da vari fenomeni politici. Dobbiamo tornare indietro per
ricostruire il futuro che vogliamo e, se desideriamo essere una nazione,
dobbiamo farlo insieme, collettivamente.
Il forte senso di appartenenza è particolarmente evidente
nella serie Flag nel quale l'artista realizza le bandiera cinese e amaricana in
serie. Presenta pertanto queste due nazioni, opposte ideologicamente ma nello
stesso tempo amatissime dall'artista. La bandiera è il simbolo della nazione e
dunque dell'appartenenza, sentimento scaturito nell'autore durante la
permanenza in America e la convivenza con decine di etnie diverse.
Il tema della memoria, come abbiamo visto, è fortemente
amato dall'autore. Nella pittura emerge particolarmente in una serie di dipinti
che ritraggono personaggi come Mao Zedong ( come in Student Leader Mao Zedong,
Mao Portrait No. 1, cenere di incenso su tela di lino, 250 x 200 cm, 2008, in
foto), Qi Baishi, Yuan Shikai ( President Yuan), Zhong Kui e anche personaggi
comuni ( come in Youth, cenere di incenso su tela di lino, 250 x 400 cm, 2007,
in foto e Young Mother). Zhang Huan dà un volto alla memoria e lo fa attraverso
tutte le sfere culturali, passando da mitologia (Zhong Kui), letteratura,
Storia, pittura, ribadendo l'importanza di recuperare un'intera tradizione,
costituita appunto da un grande bagaglio culturale.
Le immagini sono riproduzioni di fotografie del China
Pictorial, PLA Pictorial e Nationality Pictorial.
In effetti questi dipinti
hanno un aspetto fotografico più che pittorico. E cos'è una fotografia se non
il simbolo del ricordo, e dunque, della memoria?
Infine, torniamo al tema della fragilità dell'essere con i
due dipinti Samsara (cenere di incenso su tela, 250 x 400 cm, 2007, in alto a sinistra ) e Renascence (cenere di incenso su tela di
lino, 250 x 800 cm, 2007, in basso a destra), miei preferiti. Nel primo dei due vediamo la
rappresentazione di un volto umano, offuscato nella parte superiore da una foschia
chiara, la stessa foschia che copre .
Ancora una volta Zhang Huan ci mette di fronte ai due volti dell'esistenza. Il
samsara, rappresentato spesso come una ruota, rappresenta la ciclicità della
vita. L'esistenza è una ruota che gira all'infinito intorno a nascita, vita e
morte ( in Renascence ci sono i teschi), ma dopo di essa avviene la rinascita,
appunto Renascence.
I due dipinti sono pertanto
complementari, se non ci fosse l'uno, non avrebbe senso e
non esisterebbe l'altro, così come nella vita se non si attivasse il ciclo, non
avverrebbe la rinascita e se non avvenisse la rinascita, non girerebbe la ruota
della vita.
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