Negli anni Sessanta musica e cinema
svolgeranno un importante ruolo sociale: sono gli anni della Nouvelle Vague
francese, dei The Fab Four e della Beatlemania, dei The Rolling Stones, dei
Pink Floyd, di Bob Dylan, eccetera. Queste band diventeranno parte della storia
musicale, ma furono più che semplici complessi. I loro stili di vita saranno
imitati da intere generazioni di giovani e meno giovani, così come si
diffonderanno le oro idee. La musica non si limitò a scrivere canzoni, entrò
nella sfera sociale, propose ideali per cui lottare.
Vignetta ispirata al singolo Revolution (www.nydailynews.com) |
“But if you go carrying pictures of Chairman
Mao
You ain't going to make it with anyone anyhow”
“Ma se continui a portare immagini
del Presidente Mao, non ce la farai con nessuno e niente”: il senso della
strofa è dunque da intendersi contrario all’ideale di rivoluzione decantato da
Mao Zedong. L’idea di fondo del concetto di cambiamento per i The Beatles è che
se nella società continuasse a diffondersi l’idea che la rivoluzione è legata alla
figura di un dittatore e all’uso della violenza, nessuno si convincerà mai
della necessità di un cambiamento radicale, che parte dalla mente di ognuno di
noi. Tuttavia, questa visione negativa del Presidente Mao non sarà quella
definitiva, almeno per quanto riguarda John Lennon. In un’intervista alla
moglie Yoko Ono, lo stesso cantautore riferisce: “Credevo veramente che l’amore
avrebbe potuto salvarci tutti, ma siamo arrivati al punto che indosso una
spilla di Mao, inizio a pensare che stia facendo un buon lavoro[1]”.
Sebbene i The Beatles non
utilizzarono mai direttamente icone del leader cinese, non si potrebbe
affermare che fossero esenti dalle influenze degli ideali rivoluzionari
maoisti, positivamente o negativamente che venissero concepiti.
Un’icona del Presidente la troviamo
invece connessa ad un’altra band britannica, anch’essa ispiratrice delle masse,
e anch’essa tutt’ora in grande voga: i Pink Floyd.
Mao Zedong sullo sfondo della band in tour con l'album The Dark Side of the Moon, 1974, (www.blog.livedoor.jp) |
Vediamo quindi un altro differente
utilizzo dell’immagine di Mao, apparentemente privo di sfondi politici[3] ma
utilizzato come strumento per richiamare il concetto di rivoluzione, proposto
qui non in chiave politica, ma musicale e culturale.
[1] WENNER, Jann S., Lennon remembers, Rolling Stones
Press, London, 2000, pp. 111-112
[2]
JONES, Dalu, SALVIATI, Filippo, COSTANTINO, Mariagrazia, Arte contemporanea cinese, cit.,
p. 65
[3]
L’immagine in questione è di difficile reperibilità, come lo sono le
informazioni riguardanti eventuali adesioni della band al pensiero maoista.
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