Yu
Youhan余友涵nasce nel 1943 e si laurea alla Central Academy of Art
and Design di Pechino nel 1973. Nei primi anni Sessanta si arruola con l’esercito e inizia a dipingere, ma nei primi periodi
della Rivoluzione Culturale viene criticato dall’Accademia d’arte con l’accusa di dipingere vite morte anziché
accogliere il grido di Mao e dunque seguire lo stile del realismo socialista.
Dopo la laurea si trasferisce a Shanghai, dove tuttora vive, e insegna alla
Shanghai Art and Design Academy. Negli anni Ottanta, la morte di Mao spinse Yu
a cimentarsi nella pittura astratta, cominciando a metà del decennio la Circles
Series.
Con l’avvento dell’era delle riforme l’artista sentì come
molti altri che era il momento di provare nuove esperienze artistiche. Inizia a
leggere testi di storia dell’arte, conosce la Pop Art americana e ne rimane
affascinato. L’America era il paese dei prodotti di consumo, delle catene come
Mc Donald’s, delle grandi stelle del cinema. La Pop Art rifletteva dunque
questo lato, rappresentando prodotti di uso quotidiano, grandi personalità,
attori, cantanti, ma anche politici, come abbiamo visto, divenuti anch’essi
merce. In Cina invece c’era la politica, in tutto e in tutti. Ogni momento
della giovinezza dell’artista è legata a questo.
“E così, se voglio esprimere la mia giovinezza, non ho
scelta se non dipingere Mao, il vero nucleo di quell’era. Dipingendo Mao, in
realtà, dipingo la mia vita in quel periodo” [1]
Nel
1989 partecipa alla mostra China Avant-Garde Exhibition, è l’anno in cui inizia
la Mao Series. Il primo lavoro di questo genere ritrae il leader nella classica
posizione di Tiananmen, arricchito da fiori sul petto, per i quali si ispira ai
ritratti del Presidente di Wang Ziwei [2]. Nel
1991 dipinge Parlando con i contadini dello Hunan, ispirato ad una foto
scattata a Mao negli anni Cinquanta insieme ad una famiglia di contadini nel
villaggio di Shaoshan [3].
Yu Youhan, Parlando con i contadini dello Hunan, 1991, acrilico su tela, collezione privata |
I
contorni dei personaggi sono evidenziati da bordi di colore, che richiamano lo
stile della Pop Art americana. L’opera è un punto di incontro tra lo stile
occidentale e quello cinese. L’autore ha arricchito il dipinto con l’aggiunta
di motivi decorativi che richiamano l’arte popolare mentre i colori e i
personaggi ritratti ricordano i manifesti di propaganda. Yu Youhan realizza dunque una versione esagerata, sia nello
stile di pittura che nel comportamento dei soggetti, dei vecchi manifesti
proponendo un diverso rapporto tra Mao e le masse. Il Presidente, come in altri
lavori precedentemente analizzati, perde qui tutta l’austerità associata al suo
personaggio. L’artista riduce il potere della sua immagine, per impossessarsi
del momento in cui Mao non è più capace di incutergli timore. Lo ritrae
sorridente, rilassato, non più al di sopra della gente, ma in mezzo, in
posizioni naturali. Le decorazioni, che rendono l’idea di carta da parati,
sebbene sminuiscano la posizione di Mao, non vogliono schernire la sua figura.
L’intento di Yu Youhan è quello di riportare Mao nella sua dimensione
originaria, quella umana, non a caso la scena è ritratta a Shaoshan, villaggio
natale di Mao, punto di partenza. Il Grande Timoniere abbandona la sua
posizione di superiorità, equiparata al sole, per scendere dove ha sempre detto
di trovarsi, in mezzo al popolo, confondendosi con esso. Mao è parte della
Storia non per il suo carattere divino, ma per quello umano. Nuovamente ci troviamo di fronte ad una funzione
“guaritrice” della figura del Presidente, utilizzata anche nel caso della serie
Rosso come una forma di esorcizzazione del dolore provocato dal periodo maoista.Un elemento ricorrente nei lavori di Yu Youhan è inoltre il
confronto con la potenza americana.
Yu Youhan, Con amore, Whitney, 1992, acrilico su tela, collezione privata, (www.pitt.edu) |
Nel 1992 dipinge Con amore, Whitney, in cui prevale proprio
questa dimensione. Poco dopo la morte del Presidente, Yu Youhan acquista un libro di fotografie del
leader, alcuni anni dopo, da una
rivista, ritaglia l’immagine di Whitney
Houston e decide di accostarla a quella di Mao.
A destra, la cantante americana, sorride, saluta i propri
fan. L’accostamento delle due figure, diverse tanto quanto lo erano Mao e Marilyn,
pone l’accento sulla similitudine con cui si crea l’immagine delle personalità
di spicco. Entrambi sorridono, sebbene ad un pubblico diverso, ed entrambi
hanno un valore per il pubblico. Yu
Youhan li raffigura ciascuno con lo stile che più gli si addice: Mao è ritratto
nello stile dei poster di propagnada, la Houston in quello della Pop Art. La
loro unione sta nel ruolo che svolgono. L’opera fu esposta a La Biennale di
Venezia nel 1993 e riscosse molto successo, forse anche per la novità che
poteva rappresentare un Mao raffigurato accanto ad una icona così differente [4].
Yu
Youhan, Mao silhouette, 2000, olio su tela,
63 x 61 cm,
collezione privata,
(www.artnet.com)
|
In un lavoro più recente, realizzato nel 2000, Yu Youhan
propone una nuova visione del leader. Mao silhouette ritrae infatti il
Presidente nella sua più totale assenza. Non ci sono i tratti somatici del
viso, né particolari del vestiario, solo fiori racchiusi in una silhouette.
Eppure, nonostante la mancanza di indizi, percepiamo la figura e la presenza di
Mao. I fiori, come abbiamo già visto,
rappresentano la tradizione popolare. Da questo punto di vista l’opera assume
un significato importante. La tradizione cinese, i suoi costumi e la sua
cultura, racchiudono, anzi compongono la forma del leader. O forse è vero anche
il contrario, è lo stesso Mao che dà forma alla tradizione cinese.
L’autore ci porta dunque in un’altra dimensione, quella
della psicologia. Si sofferma sul dualismo assenza/presenza aiutandoci a
riflettere sul valore della figura di Mao, ingombrante anche nella sua assenza.
Come già specificato altrove, l’intento dell’autore non è quello di demolire la
sua figura, quanto quella di ricomporre i pezzi di un puzzle.
.
[1] OBRIST, Hans Ulrich, ZOU, Diyang, 邹狄洋, ENGSTROM, Michael Einar, DU, Keke, 杜可柯, Yu Youhan: liudong yu juti, 余友涵:流动与具体, 2013,
http://leapleapleap.com/2011/03/yu-youhan-abstract-concrete/, 15/03/2011
[2] Intervista a Yu Youhan,
realizzata da Shanghai Arts and Crafts College, Shanghai, 03/03/2009. Disponibile
in lingua originale in
http://www.china1980s.org/global/liquidplayer.aspx?url=../../files/interview/yu-youhanenglish_201110291721353290.flv
[3]
JIANG, Jiehong, Burden Or Legacy:
From the Chinese Cultural Revolution to Contemporary Art, Hong Kong
University Press, Hong Kong, 2007, p. 18
[4] WANG, Yichuan, Yu Youhan: bianhuan fengfude yishujia, 余友涵:变幻丰富的艺术家,
2014, http://cn.blouinartinfo.com/news/story/922574/yu-you-han-bian-huan-feng-fu-de-yi-zhu-jia,
28/06/2013
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